Hulalà professional keyboard_arrow_right Tutte le ricette keyboard_arrow_right Mignon catalana

Mignon catalana

con Pristine Hulalà Classic

A cura di Marco Battaglia

Pasticcere professionista della pasticceria “Marlà” di Milano

Ingredienti

add remove
Sablée
  • Burro g 180
  • Farina per biscotti (W130) g 300
  • Lievito chimico g 45
  • Uova g 60
  • Sale g 3
  • Zucchero a velo g 120
add remove
Crema catalana
  • Pristine Hulalà Classic g 2000
  • Baccello di vaniglia 2
  • Zucchero semolato g 400
  • Neutro g 8
  • Amido di riso g 80
  • Tuorli g 140
  • Gelatina in polvere g 20
  • Acqua g 100

Preparazione

  1. Sablée
    Miscelare all'interno di una planetaria munita di foglia il burro con la farina per biscotti e il lievito, aggiungere le uova miscelate in precedenza con il sale e lo zucchero a velo. Una volta realizzato l’impasto farlo riposare per circa 12 ore a 4°C. Stendere la sablée allo spessore di circa 3 mm, coppare con l'aiuto di un coppapasta della dimensione di 4 cm e cuocere per circa 20 minuti a 165°C.
  2. Crema catalana
    Portare a bollore Hulalà Classic con il baccello di vaniglia a parte miscelare lo zucchero con il neutro, l'amido di riso, il tuorlo e la polpa di vaniglia. Quando la crema vegetale sarà arrivata a bollore filtrare e versare sulla miscela ottenuta in precedenza, mettere sul fuoco e cuocere alla temperatura di 78°C, aggiungere la gelatina messa in precedenza a reidratare in acqua, e mixare con un frullatore a immersione così da ottenere una crema liscia e lucida, quindi versare all'interno di ogni stampo in silicone 22 grammi circa di crema.Abbattere a temperatura negativa.
  3. Assemblaggio
    Quando la crema catalana sarà ben fredda togliere dallo stampo e fare aderire al tondino di sablée e decorare con ribes rosso.

Curiosità e suggerimenti

Pare che la crema catalana sia stata inventata in un convento di monache catalane, in occasione della visita di un vescovo, frutto tuttavia di un errore. L’intenzione era quella di realizzare un budino, che risultò però troppo liquido. Le suore decisero allora di aggiungere dello zucchero caramellato e di servirlo in fretta e furia. Ed ecco nato il dolce come ancora oggi viene servito. Anche il nome è legato all’evento. Pare infatti che il caramello fosse incandescente e che il vescovo gridò “crema!” che significa “brucia!”. Questo è il motivo per cui questo dolce al cucchiaio viene anche denominato “crema cremada”.